Come capire se l aria è secca

Accendere i riscaldamenti significa dover combattere con aria secca ed eccessivo calore. Ecco che vengono in aiuto gli umidificatori, di ogni tipo e colore 

Mantenere in casa una temperatura adeguata ed evitare l’eccessivo calore è importante: grazie alle valvole termostatiche siamo riusciti ad abbassare le temperature soprattutto nei condomini con riscaldamento centralizzato. Tuttavia ci ritroviamo spesso a combattere contro l’aria secca e un tasso troppo basso di umidità in casa: quando arieggiare le stanze non basta, possiamo ricorrere all’ausilio di uno dei tanti tipi di umidificatori.

Combattere l’umidità, ma non troppo 

Ma non solo la temperatura é importante, lo é anche il livello di umidità, che deve aggirarsi tra il 30% e il 40% . Per calcolarlo possiamo utilizzare un igrometro, lo strumento che che misura l’umidità relativa dell’aria.

Vivere in una casa troppo umida non é sano, in quanto si favorisce il proliferarsi di muffe e batteri.  Per questo problema esistono i deumidificatori, per la casa o per magazzini. 

Al contrario però, un tasso di umidità troppo basso non fa bene alla salute: mal di gola, gola secca, tosse, e così via. 

Arieggiare la casa, prima di tutto 

L’ideale rimane sempre e comunque, arieggiare la casa il più possibile. Senza avere troppa paura dei tanto temuti “spifferi”, un terrore tipicamente italiano. 

Non é necessario fare entrare il freddo polare in inverno, basta aprire sovente lasciando la finestra socchiusa per qualche minuto e far entrare l’umidità esterna. E durante le mezze stagioni, meglio spalancare più spesso la finestra.

Il mondo degli umidificatori

Se il livello di umidità presente a casa nostra è troppo basso, l’aria è secca e ci brucia la gola, allora possiamo facilmente rimediare utilizzando un umidificatore. Si tratta di un apparecchio che emette vapore acqueo e rende l’ambiente più umido.

In commercio ne troviamo di diverse tipologie e colori.

C’è l’umidificatore evaporativo, che rende l’aria più umida facendo evaporare l’acqua. Un esempio classico sono gli umidificatori in coccio agganciati ai termosifoni, ma possiamo ottenere lo stesso risultando mettendo una vaschetta di acqua sul calorifero.

Essitono anche umidificatori evaporativi ad aria fresca, che sono provvisti di un filtro che assorbe l’acqua: un ventilatore soffia l’aria sul filtro che si impregna di umidità, rilasciata poi nell’aria.

Gli umidificatori a vapore caldo non hanno la ventola, e l’acqua viene portata ad ebollizione da un elemento riscaldante per poter poi rilasciare nell’aria il vapore causato dall’ebollizione. Attenzione però : vanno quindi puliti di frequente perché sono soggetti alla formazione di calcare o muffe, consumano più energia e possono dare una percezione di maggior calore.

Esistono infine gli umidificatori a ultrasuoni, che hanno un consumo energetico minore. Le vibrazioni ultrasoniche che riducono l’acqua in una nebbiolina fredda che aumenta l’umidità quando si disperde nell’ambiente. 

In questa tipologia, c’è la variante a raggi ultravioletti, che rispetto alla versione semplice a ultrasuoni serve a sterilizzare l’acqua dalla quale vengono quindi eliminati i batteri. 

Lo ionizzatore d’aria 

Gli ionizzatori garantiscono il giusto livello di umidità dall’aria senza alterarne la temperatura.

Ma ionizzare l’aria di un ambiente contribuisce a renderla più pulita. Lo strumento genera ioni negativi che migliorano la qualità dell’aria negli ambienti chiusi a favoriscono il deposito di polvere, batteri e polline, sulle superfici dell’abitazione. 

Ovviamente si tratta di un accessorio più costoso rispetto ai norali umidificatori: si va da un minimo di 100 euro per un prodotto di media qualità a prezzi decisamente più alti, come il modello Dyson, considerati veri e propri purificatori d’aria.

Leggi anche —> Il condizionatore non basta per cambiare l’aria in casa

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In inverno, il freddo esterno comporta aria interna secca: negli appartamenti riscaldati regna spesso un clima desertico. A lungo andare, l'aria secca può causare prurito alla pelle e bruciore agli occhi. Inoltre si è più soggetti a malattie.

Perché l'aria è secca in inverno?

Perché si effettua una misurazione relativa dell'umidità dell'aria. L'aria calda è in grado di assorbire una maggiore quantità di vapore acqueo. L'aria invernale fredda assorbe quindi meno acqua rispetto all'aria calda in estate. A ciò si aggiunge il fatto che l'aria esterna invernale già di per sé secca viene riscaldata negli ambienti interni caldi diventando, di conseguenza, ancora più secca.

Il paragone con un deserto appare esagerato ma è calzante osservando il livello di umidità dell'aria: nel deserto, il livello di umidità dell'aria si attesta solitamente tra il 10% e il 30% − e in inverno, tali valori vengono raggiunti all'interno delle abitazioni.

Quali sono le conseguenze di un'aria interna secca?

Bassi valori di umidità dell'aria possono causare disturbi alle persone sensibili. L'aria secca sottrae umidità alla pelle e agli occhi. Gli occhi si arrossano o lacrimano, la pelle prude e perde elasticità. Anche le mucose del naso e dei bronchi sono interessate rendendoci più vulnerabili all'attacco di virus e germi. Le mucose sono coperte da uno strato protettivo di muco che forma una barriera contro i corpi estranei. Se le mucose si seccano perdono parzialmente la loro capacità protettiva. Poiché i virus influenzali, ad esempio, sopravvivono più a lungo nell'aria secca, in inverno trovano più terreno fertile per proliferare.

Frequenti mal di testa, spossatezza e difficoltà di concentrazione possono essere un segno che l'aria interna è troppo secca. Ciò viene inoltre agevolato dal fatto che arieggiamo gli ambienti con meno frequenza, con la conseguenza che anidride carbonica e altre sostanze irritanti si accumulino nell'aria interna.

Quale livello di umidità dell'aria è salutare per noi?

Affinché ciò non si ripercuota troppo sulla salute, l'umidità relativa dell'aria negli spazi abitativi non deve scendere sotto il 30% nel lungo periodo. Un valore del 40-50% è considerato ideale. Valori superiori al 50% favoriscono la proliferazione di acari e la formazione di muffa.

A tal fine bisogna tenere d'occhio la temperatura ambiente: da 20 °C a max. 23 °C. Il Centro di medicina del lavoro, ergonomia e igiene AEH (Zentrum für Arbeitsmedizin, Ergonomie und Hygiene AEH) ha calcolato che l'abbassamento della temperatura da 24 °C a 23 °C fa salire l'umidità dell'aria dal 30% a quasi il 32%.

(Continuazione in basso...)

A quanto ammonta realmente l'umidità dell'aria negli spazi abitativi?

Bisogna dapprima rilevare con un igrometro a quanto ammonti effettivamente l'umidità dell'aria negli spazi interni. Eventuali misure da intraprendere andrebbero subordinate ai valori reali.

Con i nostri sensi non siamo in grado di percepire il reale livello dell'umidità dell'aria. Altri fattori che influenzano la nostra percezione sono le particelle di polvere nell'aria, le alte temperature interne e le sostanze irritanti. Normalmente, il vapore acqueo lega alcune particelle di polvere ma nell'aria secca fluttua una maggiore quantità di particelle che irritano ulteriormente le mucose. Altre sostanze irritanti come la formaldeide si accumulano nell'aria perché in inverno arieggiamo meno i locali.

Quali sono i valori limite?

Importante da sapere: bisogna tenere d'occhio non solo il valore limite minimo ma anche quello massimo. In inverno, già a partire da un valore del 50%, soprattutto in edifici mal isolati, sussiste il pericolo di formazione di muffa poiché l'umidità in eccesso si condensa sulle pareti fredde. L'Associazione Svizzera Inquilini mette in guardia contro misure affrettate o eccessivamente generose: «Chi arieggia in modo insufficiente o scorretto trasforma la propria camera da letto con piante da appartamento in una foresta pluviale o lascia sempre acceso l'umidificatore favorendo, così, inevitabilmente la formazione e la proliferazione della muffa» spiega Fabian Gloor, avvocato presso l'Associazione Svizzera Inquilini e giudice specializzato presso l'Autorità di conciliazione del Giura bernese-Seeland.

Grazie a un igrometro si evitano entrambi gli estremi: aria troppo secca a causa del riscaldamento e aria troppo umida a causa delle misure intraprese.

Qual è il modo migliore per arieggiare?

Per garantire una buona qualità dell'aria è necessario arieggiare i locali anche in inverno: due-tre brevi intervalli di arieggiamento al giorno, ciascuno della durata di 5-10 minuti. In inverno evitare di lasciare le finestre aperte a ribalta, in quanto raffreddano i muri e i pavimenti vicino alle finestre e aumentano il rischio di formazione di muffa. A parte ciò, questo tipo di arieggiamento consuma molta energia di riscaldamento.

Come posso tutelare la mia salute?

Spesso sono utili già solo i nostri semplici gesti quotidiani. Gli esperti consigliano di assumere due litri di liquidi al giorno, attraverso bevande o cibo. In questo modo contrastiamo la perdita di liquidi dall'interno. Anche l'esercizio fisico all'aria aperta è un buon rimedio per evitare mucose secche. L'aria esterna è secca in inverno ma mai quanto quella interna.

Se ciò non è sufficiente si possono usare rimedi come, ad esempio, sciacqui nasali, spray nasali o unguenti nasali. Gocce speciali aiutano in caso di occhi secchi − e anche rimedi classici come le fette di cetriolo e le bustine di tè nero fredde sono più che utili.

(Continuazione in basso...)

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Qual è il modo migliore per umidificare l'aria?

Ci sono varie possibilità. Il loro effetto dipende, tra le altre cose, da quanta umidità manchi nell'aria e da quanto siano grandi gli ambienti. Le piante da appartamento rappresentano un rimedio semplice e senza dubbio quello più raffinato. L'acqua utilizzata per annaffiare giunge nuovamente nell'aria interna attraverso le foglie. Anche rimedi tradizionali come le ciotole d'acqua o gli umidificatori in ceramica per termosifoni aumentano il tasso di umidità dell'aria.

Consigli come, ad esempio, far asciugare il bucato nell'appartamento o aprire le porte del bagno dopo il bagno e la doccia aiutano ma bisognerebbe sempre controllare regolarmente l'umidità reale dell'aria. Se è veramente necessario intervenire all'interno dell'abitazione bisogna fare attenzione a non superare il 40% di umidità relativa dell'aria.

Stimando erroneamente l'umidità dell'aria e adottando misure eccessive si rischia di favorire la proliferazione di acari e muffe. Un semplice indicatore dell'eccessiva umidità interna sono le finestre spesso appannate.

Come scegliere l'umidificatore giusto?

Sono molto apprezzati gli umidificatori che permettono di regolare in modo mirato l'umidificazione dell'aria in base alle dimensioni dell'ambiente e al tempo di funzionamento. Ci sono tre diversi tipi di umidificatori:

  • Atomizzatori: Questi apparecchi atomizzano l'acqua attraverso una membrana oscillante e distribuiscono minuscole goccioline nell'aria. Consumano poca energia ma vanno puliti di frequente secondo le istruzioni, altrimenti si formano germi che si diffondono nell'aria. Gli additivi rappresentano un valido rimedio ma non sono sempre ben tollerati, soprattutto dagli allergici.
  • Vaporizzatori: Questi apparecchi umidificano l'aria secca degli ambienti, ad esempio, tramite tappetini o superfici mobili. Anche in questo caso bisogna prestare attenzione alla pulizia, in modo che non si formino germi nell'acqua.
  • Evaporatori: Questi modelli riscaldano l'acqua e rilasciano vapore nell'aria della stanza. Il processo uccide i germi, pertanto questi modelli sono i più sicuri. Lo svantaggio è che accumulano rapidamente calcare a seconda della durezza dell'acqua − e a seconda del modello possono consumare fino a 10 volte più energia rispetto ad altri umidificatori. Andrebbero monitorati attraverso un igrostato in modo che non alzino troppo il livello di umidità dell'aria.

Il modello prescelto deve essere adatto alle condizioni locali. Tutti i modelli sono venduti con l'indicazione delle dimensioni della stanza a cui sono destinati. Sono utili solo se l'aria è permanentemente troppo secca. Anche in questo caso vale: se si usa un umidificatore non si dovrebbe aumentare l'umidità dell'aria oltre il 40%.

Qual è la situazione negli appartamenti con ventilazione centrale?

Negli edifici con ventilazione automatica come, ad esempio, le case Minergie, l'aria con umidità e temperatura controllate centralmente viene immessa nelle stanze. Le misure di umidificazione non aiutano in questi casi. L'esperienza maturate dall'Associazione Svizzera Inquilini mostra che solitamente gli inquilini non devono modificare le impostazioni effettuate. «Nelle case Minergie è importante soprattutto che la ventilazione e il riscaldamento siano impostati correttamente» evidenzia Fabian Gloor dell'Associazione Svizzera Inquilini.

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Come capire se l aria è secca

Cosa succede se l'aria è troppo secca?

Basti pensare che secondo la Mayo Clinic, l'aria secca in casa può causare varie problematiche, tra cui vulnerabilità delle vie respiratorie, fuoriuscita di sangue dal naso, labbra screpolate, disturbi del sonno e persino problemi di respirazione.

Quando l'aria è secca?

In parole povere, le temperature fredde sono la principale causa dell'aria secca in casa. Quando le temperature scendono, l'aria fatica a trattenere l'umidità. In più, quando fa più freddo tendiamo sempre ad accendere il riscaldamento centralizzato e non è una buona soluzione se l'aria è asciutta in casa.

Come togliere l'aria secca in casa?

Ecco alcuni metodi per aumentare l'umidità dell'aria: Se possibile, in inverno fai asciugare il bucato in casa. Dopo aver fatto il bagno o la doccia, permetti al vapore di distribuirsi anche nelle altre stanze. Le piante in salotto contribuiscono ad aumentare l'umidità, soprattutto se vengono innaffiate spesso.

Perché umidificare l'aria?

L'umidificatore d'aria migliora la vostra salute… Questo perché negli ambienti chiusi (secchi o umidi) virus e batteri proliferano molto velocemente, causando problemi di salute relativamente gestibili come malattie stagionali, ma anche complicazioni importanti come l'asma per esempio.