Come fare il sake in casa

Quando si parla di alcolici giapponesi, viene in mente una sola parola: sake. Con l’aumentare della passione per la cultura e per la cucina giapponese, è aumentata anche la curiosità su questa bevanda. Nonostante il momento di gloria che sta vivendo in Occidente, però, il sake giapponese è ancora in gran parte incompreso.

Caldo o freddo?

Come fare il sake in casa
Il sake si beve caldo o freddo? C’è chi, in nome della vera tradizione giapponese, lo serve bollente. Altri buttano la bottiglia in congelatore. In entrambi i casi, si sta commettendo una vera e propria bestialità nei confronti della povera bevanda.

La risposta giusta all’annosa domanda è: dipende.

Nessun tipo di sake giapponese di buona qualità merita di essere congelato o bollito: entrambe le pratiche nascondono il sapore originale. I sake di alto livello danno il meglio intorno ai 35°C. Esistono poi sake ottimi da servire freschi – intorno ai 10°C – e altri molto secchi, da gustare caldi – massimo 50°C.

Come scaldare il sake

Come fare il sake in casa
In Giappone offrire sake caldo è un gesto di ospitalità e cortesia. Alcuni ristoratori occidentali usano la bocchetta del cappuccino a questo scopo, con risultati disastrosi. Lo shock termico e il vapore umido, infatti, distruggono gli aromi della bevanda.

Il sake va trattato con delicatezza. Per scaldarlo usa una bottiglietta di ceramica o porcellana, la tokkuri. Riempi la bottiglietta per due terzi, onde evitare che il sake fuoriesca espandendosi con il calore. Immergila in una pentola di acqua calda ma non bollente e aspetta qualche minuto. In questo modo il sake si riscalderà in maniera uniforme e dolce, mantenendo i suoi profumi.

Come servire il sake

Come fare il sake in casa
Per portare il tavola il sake usa pure la tokkuri nel quale l’hai riscaldato. Per berlo, invece, ci sono molte alternative. Le principali sono però tre.

Il masu. È una piccola scatola di legno a base quadrata, nata come unità di misura per il riso. Il legno rilascia le sue note nel sake, modificandone il sapore.

La ochoko. È una piccola coppa disponibile in diversi materiali e dimensioni. A seconda della larghezza dell’imboccatura, si sposa con un tipo di sake o con un altro.

Il sakazuki. È una tazza molto bassa, simile a un piattino. È il modo più tradizionale per gustare il sake, quello che ancora oggi si usa nelle cerimonie.

Non esagerare!

Rispetto a una grappa o a un limoncello, un bicchiere di sake sembra acqua fresca. La sua gradazione alcolica si aggira intorno ai 15-17 gradi, poco più di un vino rosso. Ciononostante, le regole sono sempre le stesse: bevilo in compagnia, divertiti e non esagerare!


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Come fare il sake in casa

Redazione VivereZen

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Cos’è il sakè? Quali sono le sue origini e come va consumato? Scopriamo insieme tutto sul distillato di riso noto anche come vino di riso!

Viviamo in un epoca in cui i ristoranti giapponesi spopolano da nord a sud, dove piatti che non hanno nulla a che vedere con la tradizione culinaria millenaria del paese del Sol Levante vengono spacciati per tipici e dove il sakè viene classificato erroneamente come vino o liquore. Ecco perché oggi vediamo di fare un po’ di chiarezza e capire innanzitutto cos’è il sake, quali sono le sue origini e come dovrebbe essere consumato!

Le origini del sakè

Le origini di questa bevanda tipica dell’estremo oriente si perdono tra storia e leggenda. Secondo alcuni è nato in Cina, trasferendosi solo in un secondo tempo in Giappone, quasi contemporaneamente alla nascita delle coltivazioni del riso in acqua.

In origine veniva preparato con riso, acqua, castagne, miglio e ghiande ed era noto come kuchikami no sake ossia “saké masticato in bocca”. Erano infatti gli enzimi della saliva a far partire il processo di fermentazione che dava poi vita alla bevanda.

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Saké

In un secondo tempo, la scoperta di una muffa nota come koji-kin, ha reso superfluo il passaggio della masticazione. Grazie a questo ingrediente l’amido viene convertito in zucchero e quindi in alcool. Controllando il processo è possibile regolare anche la gradazione alcolica, ottenendo sakè aromatici e fruttati.

Quindi, cos’è il sakè?

Il Sakè è una bevanda alcolica giapponese ottenuta dalla fermentazione del riso tramite il già citato koji-kin e l’aggiunta di lievito. Non può essere inserito né nella categoria dei vini né in quella dei distillati.

La gradazione alcolica varia a seconda delle tipologie dai 13° ai 16°.

Come si beve il sakè

Abbinare il sakè ai piatti, a detta di alcuni esperti, è addirittura più semplice che abbinare un vino. In effetti il sakè con il suo sapore delicato e fruttato, si sposa alla perfezione con moltissimi piatti e, anche se è vero che ne esistono molte qualità, è anche vero che proprio in etichetta viene riportato il modo migliore di servirlo.

Nei ristoranti all you can eat quasi sicuramente vi sarà capitato di consumarlo caldo dato che questa pratica viene solitamente messa in atto con i sakè di qualità inferiore. Per quelli invece più pregiati, è in auge l’usanza di servirli freddi o a temperatura ambiente, così che tutti gli aromi rimangano immutati.

Il sakè poi può essere consumato nelle caratteristiche ciotoline in ceramica, in calici di vetro oppure nelle caratteristiche scatoline in legno di cedro.

Se l’idea di provarlo vi stuzzica, sappiate che anche l’Italia ha prodotto il suo Sakè, partendo dal riso nero: si chiama Nero… ed è davvero strepitoso!

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Come si faceva il sake?

La doppia fermentazione, tipica della procedura di preparazione del sake, avviene nelle vasche che contengono questa massa. La muffa koji all'interno della mistura converte l'amido in zucchero e allo stesso tempo il lievito converte lo zucchero in alcol. Questo tipo di fermentazione è usato solo nel sake giapponese.

Come si prepara il sake caldo?

Come scaldare il sake Il sake va trattato con delicatezza. Per scaldarlo usa una bottiglietta di ceramica o porcellana, la tokkuri. Riempi la bottiglietta per due terzi, onde evitare che il sake fuoriesca espandendosi con il calore. Immergila in una pentola di acqua calda ma non bollente e aspetta qualche minuto.

Cosa si può usare al posto del sake?

Mirin è un tipo di vino di riso che viene dal Giappone. Prodotto con riso fermentato, ha un sapore simile a uno dei vini di riso più popolari del Giappone: il sake. Sebbene condivida l'acidità del sake, il mirin lo è leggermente più dolce del sakè anche se.

Quanto costa il sake?

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