Decreto penale di condanna per quali reati

Il decreto penale di condanna è una delle modalità processuali attraverso cui giungere alla definizione anticipata del processo penale. E’ un procedimento speciale che consente al Pubblico Ministero di ottenere una condanna pecuniaria dell’imputato per un reato di scarsa gravità, senza che venga celebrato processo nei suoi confronti.

Una volta emesso da parte del GIP e dietro richiesta del Pubblico Ministero, l’imputato riceve presso il proprio domicilio la notifica del decreto, contenente l’indicazione del reato contestato e della pena che gli è stata comminata. La pena potrà essere solamente pecuniaria.

Benché si presenti sotto forma di “multa” non si tratta però di una sanzione amministrativa, ma di una vera e propria condanna penale.

Il vantaggio della condanna con decreto penale, rispetto invece ad una conseguente a procedimento ordinario, è che questa non comparirà sul certificato del casellario giudiziale richiesto dai privati (la c.d. “fedina penale”), che sarà invece visibile solo ad un eventuale successivo giudice, e che la pena iniziale richiesta dal P.M. al GIP sarà scontata della metà. Ciononostante, vista la gravità ed importanza della situazione, il legislatore ha previsto la possibilità per l’imputato condannato con decreto penale di proporre tempestiva opposizione, entro il termine di 15 giorni dalla notifica, al fine di discutere la propria difesa innanzi ad un giudice terzo ed imparziale.

In ragione dei brevissimi termini stabiliti dal legislatore è necessario che l’imputato che riceva decreto penale di condanna si rivolga tempestivamente ad un avvocato, per valutare la strada più ragionevole da intraprendere. Questi, dopo aver preso visione degli atti del procedimento presso la Procura competente, potrà delineare la strategia difensiva più appropriata ed eventualmente suggerire l’opposizione al decreto.

Tale situazione si verifica spesso nell’ambito dei reati previsti dal codice della strada per Guida in Stato d’Ebbrezza. Nella maggioranza dei casi l’opposizione al decreto avviene per permettere all’imputato di patteggiare una pena col Pubblico Ministero, che preveda lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. L’esito positivo dei lavori, permetterà l’estinzione del reato, la restituzione della macchina eventualmente sequestrata, nonché la liberazione dell’imputato dal pagamento della pena pecuniaria originariamente comminata con decreto.

Decreto Penale di Condanna: ulteriori dettagli

Il procedimento per decreto è disciplinato dagli artt. 459 c.p.p. e ss. e si caratterizza principalmente per l’assenza del contraddittorio fra le parti: imputato e P.M.

Il presupposto per l’emissione del decreto penale di condanna è che debba essere applicata unicamente una pena pecuniaria, anche in conversione di una detentiva. La richiesta di emissione del decreto deve essere presentata dal P.M. entro il termine di sei mesi dalla data in cui il nome della persona alla quale il reato è attribuito è iscritto nel registro delle notizie di reato (art. 459 c.p.p.), con l’indicazione della misura della pena che in concreto si vuole infliggere.

Ulteriori presupposti per la richiesta di emissione è che si tratti di reati perseguibili d’ufficio, ovvero di reati perseguibili a querela di parte quando la querela sia stata validamente sporta ed il querelante non abbia dichiarato di opporsi all’emissione del decreto; nonché che non si debba applicare una misura di sicurezza personale.

Attenzione, con la sentenza n. 23 del 28 gennaio 2015 (depositata il 27 febbraio 2015), la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 459, comma 1, c.p.p., per violazione degli artt. 3 e 111 Cost., “nella parte in cui prevede la facoltà del querelante di opporsi, in caso di reati perseguibili a querela, alla definizione del procedimento con l’emissione di decreto penale di condanna”.

Il GIP, investito della decisione, può accogliere la richiesta e così emettere decreto penale di condanna che, seguito la notifica all’imputato ed al difensore, diverrà esecutivo nel caso in cui non venga proposta opposizione.

Diversamente, avverso il decreto l’imputato e la persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria possono presentare opposizione nel termine di 15 giorni dalla notifica del decreto stesso. Con l’atto di opposizione l’imputato deve a pena di decadenza richiedere il giudizio immediato, abbreviato o il patteggiamento.

Visti i termini molto rapidi, è necessario muoversi velocemente, nonappena si è ricevuta notifica del decreto.

Va altresì detto che essendo il procedimento per decreto molto utilizzato nell’ambito dei reati stradali quali la guida in stato d’ebbrezza, è importante rivolgersi ad un difensore anche prima della notifica del decreto – immediatamente dopo essere stati fermati: in questo modo si riuscirà ad intercettare l’emissione del decreto e chiedere subito la conversione della pena in LPU.

Il procedimento per decreto è annoverato fra i riti premiali, proprio perché è previsto il dimezzamento della pena, o meglio: la riduzione della pena sino alla metà. Oltretutto, il carattere premiale del decreto di condanna è dato anche dal fatto che non comporta la condanna al pagamento delle spese processuali, l’applicazione di pene accessorie, e non ha efficacia di giudicato dei processi civili ed amministrativi. Il reato inoltre si estingue qualora l’imputato non commetta un altro reato della stessa indole nel termine di cinque anni, in caso di delitto, e nel termine di due anni, nel caso di contravvenzione.

Quando viene emesso un decreto penale di condanna?

Un procedimento penale può essere definito con decreto penale di condanna quando per i reati in contestazione è possibile applicare una sanzione finale costituita dalla sola pena pecuniaria, anche se inflitta in sostituzione di quella detentiva (vedi approfondimenti di seguito richiamati).

Quando non è ammesso il procedimento per decreto?

Il procedimento per decreto non è ammesso quando risulta la necessità di applicare una misura di sicurezza personale.

Quando decreto penale?

Il decreto penale viene emesso dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta del Pubblico Ministero. Il condannato, nei quindici giorni dalla notifica, può provvedere al pagamento della somma.

Cosa succede se non si paga il decreto penale di condanna?

Se il condannato non paga entro il termine previsto (sostanzialmente entro un mese e 10 giorni dalla notifica dell'invito), la cancelleria iscrive a ruolo la somma dovuta dal condannato provvedendo contestualmente alla consegna della relativa pratica al concessionario per la riscossione dei tributi (Equitalia).

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