Quanto costa ricaricare una tesla model 3

La crisi energetica che sta colpendo l’Europa non risparmia nessuno. Tramite una e-mail, inviata a tutti i clienti del Vecchio Continente, Tesla ha annunciato un rincaro dell’energia elettrica dei Supercharger. L’inevitabile modifica alle tariffe, spinta dalla contingente situazione internazionale, rappresenta un incremento di circa il 35% dei listini e varia in base ai Paesi: in Italia il valore è cresciuto da 0,49 a 0,66 euro/kW/h.

Non è la prima volta che Tesla fa crescere i costi di ricarica presso le proprie colonnine. Da 0,24 €/kWh è passata nel 2019 a 0,33 €/kWh, mentre nel 2022 finora è arrivata a toccare quasi i 0,50 €/kWh.

In buona sostanza, Tesla Model Y con una da batteria da 75 kWh è accreditata di una autonomia di circa 530 chilometri. Per fare quello che su una vettura benzina o diesel definiremmo «pieno» servirebbero quindi 50 euro, tenendo in considerazione il fatto che i chilometri reali sono, in realtà, circa 400. Calcolatrice alla mano, si tratta di un prezzo certamente non a buon mercato rispetto al Diesel, ai full hybrid o ai plug-in hybrid.

In tutta onestà, bisogna dire che Tesla non è stata l’unica ad aver attuato questa politica. Già nei mesi scorsi, infatti, anche Enel X Way aveva ritoccato i prezzi. Per ovviare a questo problema, alcune case automobilistiche offrono tariffe agevolate con formule di abbonamento, ipotesi che, al momento, non viene presa in considerazione dalla società di Elon Musk. Altre case, invece, hanno stretto convenzioni che offrono un quantitativo di energia già incluso nel prezzo d’acquisto della vettura.

Il piano Ue per tagliare i consumi

Per cercare di arginare la crisi energetica, l’Unione Europea ha predisposto il primo «pacchetto» di misure. Si tratta di una riduzione obbligatoria dei consumi dell’energia elettrica, ma non il tetto al prezzo del gas, che è stato ancora una volta rinviato. La novità più importante riguarda la riduzione forzata dei consumi: parliamo di tre o quattro ore al giorno di riduzione del flusso dell’elettricità negli orari di punta. Altra novità è l’introduzione della tassa sugli extraprofitti.

Il piano di riduzione forzata dei consumi elettrici presenta però delle criticità, sottolineate anche dall’Italia. Innanzitutto per poter ridurre i flussi sono necessari i contatori di nuova generazione, spesso non disponibili nelle abitazioni europee. Poi ci sono anche dubbi politici: la Commissione punta a un’approvazione immediata senza bisogno di un nuovo vertice. Ma molti stati membri chiedono invece di convocare un Consiglio europeo.

Auto elettriche: crollano le immatricolazioni in Italia

Certamente la crisi energetica ha contribuito anche al calo (per non definirlo crollo) delle immatricolazioni di auto elettriche nel nostro Paese. Rispetto al resto d’Europa, infatti, le immatricolazioni in Italia delle vetture elettriche sono nettamente più basse, secondo l’Associazione Europea dei Costruttori (Acea), nel secondo trimestre 2022 in Europa le full electric hanno sfiorato il 10% del mercato. Basta dare un rapido sguardo oltre i confini per scorgere quanto, in altri Paesi, il tema della sostenibilità sia molto sentito. In Norvegia nel solo mese di agosto sono state immatricolate 9.247 nuove auto elettriche pari al 74,8% delle vendite totali, in Italia la quota delle EV lo scorso mese è scesa al 3,2%.

Un altro fattore determinante per cui il settore non decolla in Italia è la carenza di un’adeguata rete di infrastrutture. Nonostante i molti passi avanti compiuti in questo senso, la capillare diffusione delle colonnine elettriche non risponde ancora alle esigenze di un pubblico italiano sempre più attento all’autonomia e ai tempi di ricarica delle nuove auto elettriche. Numeri alla mano, ogni 100.000 abitanti sono presenti nel nostro paese 49 punti di ricarica, ancora insufficienti in previsione di una domanda che nei prossimi anni, dovrà per forze di cose, vista anche la decisione della Commissione Europa, crescere sensibilmente.

Tutti utilizzano la corrente elettrica ogni giorno, per i più svariati tipi di apparecchiature, eppure resta un argomento dove c'è tanta confusione. E questa confusione non può che riflettersi anche nel mondo delle auto elettriche, e della relativa ricarica, dove ai normali costi della bolletta di casa si aggiungono anche le ipotesi di ricarica alle colonnine, le quali a loro volta appartengono a tanti gestori diversi.

Così per fare un po' di chiarezza abbiamo deciso di prendere come esempio l'auto elettrica sulla bocca di tutti, la Tesla Model 3, e ipotizzare la ricarica da 0 a 100% in diversi scenari, dal più economico al più costoso. Tesla non dichiara più la capacità delle sue batterie, ma in base a diverse prove fatte possiamo prendere come riferimento (semplificato) il valore netto di 73 kWh.

Ricarica casalinga

Gli italiani che possiedono un box, una rimessa o un posto auto privato sono davvero tanti, e per chi può la ricarica casalinga è sempre il metodo più conveniente, per diversi fattori. Per primo c'è ovviamente quello economico, dato che si paga la stessa tariffa di qualsiasi altro elettrodomestico, ma non va affatto sottovalutato il valore del tempo risparmiato: l'auto si ricarica di notte e ogni mattina ha il pieno di energia.

Anche i contratti di fornitura casalinga possono variare molto, ma a titolo indicativo si può fare un calcolo sulla base di 0,25 euro per ogni kWh consumato (costo finito inclusi anche oneri e tasse varie). A questo punto il costo della nostra ricarica completa è dato semplicemente dal prezzo unitario moltiplicato per la capacità della batteria, ovvero 0,25 x 73 = 18,25 euro.

Per semplificare la ricarica casalinga ed avere più potenza a disposizione potrebbe essere necessario innalzare la potenza massima erogabile dal vostro contatore, i cui metodi e costi li abbiamo visti nella nostra guida apposita. È consigliata anche l'installazione di una wallbox, per una maggiore sicurezza.

Tesla Supercharger

Il secondo metodo in ordine di costo finale, unicamente possibile in caso di vettura Tesla, è il Supercharger. La rete, abbreviata SC, è proprietaria dell'azienda di Elon Musk, e può ricaricare esclusivamente le sue vetture. In particolare La nostra Model 3 d'esempio utilizza il connettore Combo CCS, al quale tutte le stazioni Supercharger sono state aggiornate.

Alcune vetture, in via promozionale, godono del SC gratuito a vita, ma recentemente sono stati introdotti i costi al kWh (o al minuto in alcuni Paesi) per le auto che non hanno più questo vantaggio. Per l'Italia, dopo un recente ribasso, il costo è stabilito in 0,30 euro al kWh. Per cui come in precedenza, troviamo il risultato matematico: 0,30 x 73 = 21,9 euro.

Oltre al prezzo, relativamente basso, il Supercharger ha anche il vantaggio di avere una notevole potenza massima e velocità di ricarica, che nella versione V3 arriva fino a 250 kW (160 km in 7 minuti).

Colonnine pubbliche: Enel X, Neogy, BeCharge e gli altri

In mancanza di una stazione Supercharger, anche la Tesla Model 3 può fare affidamento, come qualsiasi altra auto elettrica, alla rete di ricarica delle colonnine pubbliche dei vari gestori. Il più noto in Italia è certamente Enel X, che ha sul territorio numerose "Polestation" per la ricarica AC quick fino a 22 kW, e colonnine fast in DC fino a 50 kW.

Esistono promozioni e tariffe flat di vario genere, ma noi per casistica ipotizziamo il prezzo per singolo kWh consumato, che equivale a 0,45 euro per la AC e 0,50 euro per la DC. Di conseguenza in questo caso possiamo ricavare due costi finali diversi, a seconda del tipo di colonnina. Nel caso della più semplice AC avremo: 0,45 x 73 = 32,85 euro. Utilizzando una fast DC invece: 0,50 x 73 = 36,5 euro.

Lo stesso prezzo è proposto ad esempio anche dal gestore Neogy, particolarmente presente in Trentino, il quale offre anche il servizio di roaming alle colonnine dei concorrenti, sempre a 0,50 euro. Neogy aggiunge però un'opzione, nel caso si possa utilizzare uno dei suoi Hypercharger, ovvero colonnine DC in alta potenza fino a 150 kW. Il costo qui sale, precisamente a 0,70 euro al kWh, che moltiplicato per i soliti 73 kWh ci offre il prezzo finale di 51,1 euro.

Anche il gestore BeCharge, che si sta espandendo molto velocemente, propone la ricarica in AC a 45 centesimi, quindi con lo stesso prezzo finale di Enel X e Neogy.

Segnaliamo infine, in questa categoria, Duferco Energia con la sua offerta E-mobility. L'azienda è particolarmente apprezzata per la possibilità di sottoscrivere una tariffa flat con costo fisso mensile e bloccato per 24 mesi, pari a 25 euro + IVA al mese, con un tetto massimo di 300 kWh ricaricati, anche presso strutture in roaming. Utilizzando appieno il plafond, significherebbe pagare solo 0,10 euro al kWh, quindi solo 7,3 euro per un pieno di Model 3.

IONITY, la rete della concorrenza

Abbiamo lasciato alla fine IONITY, sia per una questione di costi, sia per filosofia. Il network transeuropeo, che si sta espandendo anche in Italia, è in realtà una collaborazione tra i più importanti marchi tedeschi, Ford e Hyundai. Utilizza ovviamente il connettore in DC Combo CCS, lo standard europeo, con cui la Model 3 è comunque compatibile. Le colonnine utilizzate si avvalgono della partnership di diversi altri fornitori, in base ai Paesi e alle zone, ma sono tutte ad alta potenza, superiori a 100 kW.

Dopo un periodo promozionale, in cui IONITY ha offerto la ricarica con un costo fisso di 8 euro a sessione, si è passati alla tariffazione al kWh, con un costo unitario di 0,79 euro. Questo però è valido solo per le vetture delle aziende che non fanno parte del consorzio, e che quindi non godono di prezzi agevolati (come invece succede ad Audi e Porsche ad esempio).

La nostra Model 3 quindi utilizzerebbe la rete IONITY da esterna, pagando la tariffa massima di 79 centesimi, che per recuperare tutti i 73 kWh costerebbe 57,67 euro. È chiaro che in virtù di questo prezzo, per un proprietario Tesla, IONITY resta un ottimo supporto per i viaggi e le soste veloci, ma non una buona scelta per la ricarica frequente. Al contrario sarebbe ben più conveniente per chi possiede una vettura elettrica dei marchi partecipanti.

Conclusioni

Ci troviamo dunque di fronte a uno scenario molto diversificato, che vale ovviamente per tutte le auto elettriche, specialmente se con possibilità di ricaricare anche presso le diverse reti fast con connettore Combo CCS. Semplificando in una tabella, otteniamo questo:

Nel caso alcuni termini utilizzati nella nostra spiegazione non risultino chiari, potrebbe essere necessario consultare la nostra Guida Definitiva alla Ricarica dell'Auto Elettrica, dove sono spiegati tutti i metodi di ricarica, i connettori nonché le diverse tecnologie.

Quanto costa un pieno alla Tesla Model 3?

Anche in questo caso la moltiplicazione è semplice, con il vecchio costo che si aggirava intorno ai 34 euro, e che ora invece è circa 46 euro.

Quanto costa ricaricare un auto elettrica Tesla Model 3?

Quali sono le tariffe per la ricarica? I costi di ricarica sono approssimativi; finora si applicava una tariffa di 0,37 per kWh, ma a causa dei rincari del costo dell'energia, la tariffa Tesla attualmente è salita a 0,66 euro/kWh.

Quanto costa fare 100 km con una Tesla?

Si stima che caricare a casa un'auto elettrica di media cilindrata per raggiungere un'autonomia di 100 km, costi circa 4 €. Per fare un esempio concreto, oggi per percorrere 100 km con un'auto benzina si spenderebbero circa 15 € (prendendo in considerazione i consumi medi di una citycar con alimentazione benzina).

Quanto costa la ricarica completa di una Tesla?

Lo ha fatto su molti mercati e in Italia i prezzi passeranno da 0,49 euro per kWh a 0,66 kWh (in altri posti, come in Germania, è andata pure peggio con tariffe che hanno sforato la soglia degli 0,7 euro/kWh). ... Ricaricare una Tesla, anche gratis..

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